PRIMA DELL'OTTO SETTEMBRE.
C'ERA UNA VOLTA LA PATRIA.
DO YOU REMEMBER?
BORG PISANI. L'irredentista dimenticato
Giovanni Gibilaro
Alla fine del maggio 1942
lo Stato Maggiore tedesco e quello italiano avevano ultimato il piano definitivo
delle operazioni per l'invasione dell'isola di Malta: Operazione Hercules
per i Tedeschi, Operazione C3 per gli Italiani. Il corpo di spedizione,
forte di 62.000 uomini, 1.600 veicoli e 700 cannoni, si divideva in:
- Corpo d'Armata d'aviazione
composto dalle divisioni paracadutisti "Folgore" e VII germanica
più la divisione di fanteria aviotrasportata "La Spezia";
- XXX Corpo d'Armata, formato dalle divisioni di fanteria "Friuli",
"Livorno", "Superga" e 10° Raggruppamento corazzato;
- XVI Corpo d'Armata: divisione di fanteria "Assietta" e "Napoli".
Truppe speciali di sbarco: reggimento "San Marco", battaglioni
CC.NN. e Arditi.
Le truppe, a parte quelle
aviotrasportate che sarebbero state trasportate da diverse centinaia di
alianti tedeschi, avrebbero dovuto viaggiare su 16 piroscafi, 270 mezzi
da sbarco vari, una cinquantina di altri natanti, tutti scortati da una
trentina di siluranti. L'operazione sarebbe stata appoggiata dalla Regia
Marina con due navi da battaglia e tutto il resto della squadra navale
dislocata nei porti di Messina, Reggio, Augusta, Napoli e Cagliari. Per
la parte aerea si prevedeva l'impiego di novecento veicoli così
suddivisi: 300 bombardieri e 180 caccia dislocati in Sicilia, Calabria
e Puglia; 60 aerosiluranti concentrati a Pantelleria, 60 aerei assaltatori
e 300 da trasporto. La previsione operativa ordinava il raduno dei mezzi
da sbarco destinati a Malta nei porti di Catania, Licata e Porto Empedocle,
e di quelli per Gozo nel Porto di Siracusa.
Il giorno X avrebbe visto
il lancio in tre ondate successive delle due divisioni paracadutisti nella
zona Dingli-Zurrieq, e l'aviosbarco in serata di alianti a Kalafrana e
Forte Benghisa. Nella nottata sarebbero sbarcati dal mare: il XXX Corpo
d'Armata sulle spiagge di Qrendi; la divisione "Superga" sulle
coste di Gozo, i reparti speciali a Marsaxlokk. Finti sbarchi sarebbero
avvenuti a Nord di Sliema e sui due versanti di Mellieha, mentre nelle
zone centrali dell'isola sarebbero stati aviolanciati molti manichini per
ingannare le difese.
Il giorno X+1 avrebbe visto
lo sbarco del XVI Corpo d'Armata e l'avanzata delle truppe verso le coste
orientali dell'isola, con successivo accerchiamento di La Valletta; a Gozo
si sarebbe puntato su Vittoria e Nadur.
Mentre in Sicilia fervevano
i preparativi per lo sbarco a Malta, un maltese di ventisei anni seguiva
un corso d'addestramento speciale in previsione di una missione importante
e pericolosa che aveva stretta connessione con quel piano di sbarco e occupazione
della sua isola natale: Carmelo Borg Pisani.
La notte dal 18 al 19 maggio
la nostra Marina eseguiva sotto la costa di Malta un'azione alla quale
prendevano parte la torpediniera "Abba", i MAS 451 e 452 in appoggio
a due mezzi speciali d'assalto; i barchini siluranti n. 218 (ten. di vascello
Cosulich, secondo capo motorista Aldo Pia) e n. 214 (sottotenente di vascello
Ungarelli e secondo capo motorista navale Arnaldo De Angeli).
Dal barchino 218 sbarcò
nell'isola su uno zatterino ad aria il palombaro Giuseppe Guglielmo che
effettuò una ricognizione della costa ma non riuscì poi a
reimbarcarsi sul mezzo speciale e fu preso prigioniero. Il barchino 214
a sua volta, a 150 metri dalla costa, nella zona di Ras id-Dawwara, mise
in mare un battellino pneumatico con Carmelo Borg Pisani e le sue attrezzature
radio per potere trasmettere i movimenti della flotta inglese. Egli raggiunse
la costa e si riparò in una caverna scavata nella roccia per dare
presto inizio alla sua missione. Egli, per quanto italianissimo di sentimenti,
era però cittadino inglese.......
Carmelo Borg Pisani era nato
a Malta, a Senglea, il 10 agosto 1015. Nel 1940 era uno dei tanti maltesi
che si trovavano a Roma per motivi di studio. Egli desiderava perfezionarsi
nelle Belle Arti. Sin dal 1929, quando aveva 14 anni, era iscritto alle
Organizzazioni Giovanili all'Estero a La Valletta. Nell'estate del 1933
aveva partecipato ad un corso di Capo centuria a Roma.
Il 13 maggio 1936 aveva inoltrato
domanda per una borsa di studio al Regio Console Italiano in Malta. La
domanda fu accolta. Gli fu concessa la sovvenzione di lire 3,000 a condizione
che fosse accettato dalla R. Accademia di Belle Arti a Roma. A Roma egli
entrò nello studio del prof. Carlo Siviero che lo introdusse nella
numerosa colonia di maltesi che frequentavano l'accademia.
Assolutamente convinto dell'Italianità
di Malta per un complesso di motivi: geografici, storici, culturali, di
religione, di lingua, di costumi, egli si sentiva italiano e non suddito
di Sua Maestà Britannica, di cui Malta, in quel tempo, era una colonia!
Il 13 giugno del 1940, tre giorni dopo la dichiarazione della guerra, andò
ad arruolarsi volontario. Aggregato alla 112 Legione CC. NN., partecipò
alla campagna di Grecia. Rientrato dalla Grecia, si trasferì in
Sicilia a Messina per frequentare un corso per allievi ufficiali
nell'Artiglieria Costiera.
Nei primi mesi del 1942, in
previsione di un prossimo sbarco italiano a Malta, chiese volontariamente
di essere sbarcato clandestinamente nella sua isola per collaborare, da
terra, alle operazioni. Dopo un rapido corso di addestramento a Messina,
questo avvenne. Prima di partire per la sua impresa Carmelo Borg Pisani
scrisse il suo testamento spirituale nel quale, tra l'altro, è detto:
"Nel caso che Iddio abbia disposto che non mi sia concesso abbracciarVi
il giorno della Vittoria, ed abbia determinato il mio sacrificio, desidero
in questo momento solenne dirvi: al momento della guerra avrei potuto tornare
a Malta se lo avessi voluto. Ma rimasi perché sentii la voce della
Patria e credetti mio dovere rimanere là dove la Patria vera raccoglieva
le forze per liberare anche i miei fratelli, così di mia spontanea
volontà volli servire la Patria in armi e volli partecipare come
volontario alle operazioni di guerra".
La missione a Malta di Carmelo
Borg Pisani non poté svolgersi felicemente. Intanto perché
era sbarcato sotto una parete a picco che in nessun modo si poteva scalare.
Nei due giorni in cui rimase nascosto nella grotta il mare gli portò
via tutto ciò che aveva per cui, quando vide che non aveva più
speranza, salì sull'orlo di una rupe e incominciò a fare
segnali.
Preso a bordo di una lancia
della RAF fu portato alla base di Kalafrana e da l' un'ambulanza lo condusse
subito all'ospedale militare di Mtarfa dove, per puro caso, si trovava
un dottore che quel giorno avrebbe dovuto essere in licenza. Era il dottor
Tommy Warrirrington vicino di casa ed amico d'infanzia del Borg Pisani
quando questi abitava a Malta. Il Warrington lo riconobbe ed immediatamente
lo denunciò alle Autorità Militari. Il destino di Carmelo
fu così segnato.
Dopo sei mesi di arresti durante
i quali fu continuamente interrogato dall'Intelligence inglese e che egli
visse nell'ansiosa speranza di uno sbarco italiano sull'isola, che non
avvenne mai, fu giudicato dalla Gran Corte Criminale di Sua Maestà
e condannato a morire mediante impiccagione. L'esecuzione venne eseguita
alle ore 7,34 del 28 novembre 1942, sabato.
In Italia la notizia fu riportata
nel numero del 20 dicembre 1942 dalla Tribuna Illustrata che dedicò
la sua copertina illustrata a Carmelo Borg Pisani nell'atto di essere fucilato
da un plotone di esecuzione inglese. Gli Italiani si vede che non conoscevano
le usanze degli Albionici che, da sempre, usavano impiccare i traditori.
E se Borg Pisani per gli Italiani era un irredentista, per gli Inglesi,
a causa della sua cittadinanza, era un traditore. Egli entrava così
a far parte della lista degli Eroi irredentisti come Cesare Battisti, Nazario
Sauro ed altri. Con minore fortuna però. I primi, forse perché
parteciparono ad una guerra che alla fine fu vinta passarono nei libri
delle scuole elementari; di Carmelo Borg Pisani, forse perché partecipò
ad una guerra che perdemmo, gli Italiani non hanno nemmeno conoscenza.
Qualche settimana fa sono
stato a Malta a raccogliere notizie ed a vedere i luoghi dove il Martire
s'immolò. Ho parlato con i suoi, ormai molto anziani, compagni di
scuola all'Accademia di Belle Arti a Roma negli anni trenta. Alla fine
ho chiesto loro di essere portato al cimitero per poter deporre un mazzo
di fiori sulla sua tomba. I suoi vecchi amici hanno chinato il volto e
mi hanno risposto che ciò non era possibile. I resti mortali di
Carmelo Borg Pisani, infatti, a 45 anni della sua impiccagione, si trovano
ancora sepolti nel cortile interno della galera di Corradino dove avvenne
la sua esecuzione....!
CIAO EUROPA N. 2 Febbraio 1998